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Con il recupero di 280 tonnellate di alluminio, Nespresso celebra il sesto anniversario del primo sistema collettivo per il riciclo delle capsule di caffè e dell’alluminio piccolo e leggero.

Attraverso la raccolta differenziata multimateriale del sistema collettivo nazionale, dal 2017 ad oggi l’iniziativa in partnership con Cial (Consorzio nazionale degli imballaggi in alluminio) e Seruso (società partecipata da Silea, l’azienda pubblica che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti nell’intera provincia di Lecco ed in altri comuni delle province di Como e Bergamo), ha raggiunto oltre 150 Comuni e 1 milione di cittadini.

La collaborazione, infatti, si è poi estesa anche ai comuni serviti da Cem Ambiente, andando a coprire le province di Monza e Brianza, Milano e Lodi,.
L’obiettivo è quello di raccogliere e portare a nuova vita gli involucri in alluminio del caffè e tutte le frazioni piccole e leggere dello stesso materiale, attraverso un sistema completamente pubblico che dal marzo di sei anni fa al dicembre del 2022 ha permesso di trattare 7 tonnellate di capsule esauste.
La collaborazione tra Nespresso, Cial, e Sileapermette di sfruttare le tecnologie di riconoscimento e separazione dei rifiuti dell’impianto di Seruso di Verderio (LC). Lì il recupero di alluminio piccolo e leggero avviene con un sistema di vagli in grado di dividere il flusso dei rifiuti in tre frazioni – fine, intermedia e grossolana -, costituito dalla tecnologia Ecs (Eddy current separator). Quest’ultima, sfruttando proprio il magnetismo, raccoglie l’alluminio piccolo e leggero separandolo dai materiali non conduttivi come vetro, plastica, carta o legno.
“Questo sistema collettivo – spiega Silvia Totaro, responsabile sostenibilità di Nespresso Italia – rappresenta per noi un progetto molto importante. In Nespresso, infatti, sosteniamo un modello di economia circolare in cui i materiali vengono concepiti come risorsa anche nel loro fine vita”. Il progetto è quello di continuare “a investire in Italia per ridurre l’impatto dei nostri prodotti e trasformare i materiali che le compongono in nuove risorse”.

ansa


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