Ilaria Salis è Cresciuta a Monza e arrestata a Budapest in seguito a disordini durante un raduno neonazista, Ilaria condivide attraverso le sue parole la disperazione e la speranza che si alternano nel suo quotidiano di detenzione. La sua storia, raccontata alla madre attraverso appunti intimi, rivela la lotta interiore di chi si trova ad affrontare una realtà ostile e incomprensibile.

Con una condanna che potrebbe superare i 20 anni, per accuse di aver inflitto lesioni “potenzialmente letali” a due estremisti di destra, Ilaria si aggrappa alla routine giornaliera e alle piccole gioie, come l’alba vista dalla finestra della sua cella o le rare interazioni con il mondo esterno, persino con un piccione posato sul davanzale. La sua resistenza si manifesta anche nell’attività fisica, unico passatempo in assenza di libri o altre forme di intrattenimento.

Il trattamento riservatole dalle altre detenute e la percezione di essere vista come un “mostro” dai media locali non fanno che accrescere il senso di alienazione e solitudine. Eppure, Ilaria non cede allo sconforto, trovando nella scrittura e nell’immaginazione modi per evadere mentalmente e per mantenere viva la speranza di una libertà che sembra sempre più lontana.

La sua storia è un monito sulla condizione umana nelle sue forme più estreme di sofferenza e isolamento, ma anche sulla forza dello spirito umano di fronte all’ingiustizia. Un racconto che, pur nella sua drammaticità, illumina l’importanza del sostegno affettivo e della solidarietà per chi si trova in condizioni di estremo disagio.

From MilanoTG24.com, post La Voce della Resistenza: Il Diario di Ilaria Salis dal Carcere Ungherese