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In Lombardia i dati del monitoraggio confermano che la situazione attuale di crisi idrica è analoga se non peggiore rispetto al 2022: mancano oltre 2 miliardi di metri cubi d’acqua e la risorsa idrica disponibile presenta un deficit del 60% rispetto ai valori medi del periodo. Lo scorso anno negli stessi giorni il deficit era del 57%. A fornire i dati ci ha pensato l’assessore alla Montagna della Regione Lombardia Massimo Sertori, che oggi ha partecipato, alla Triennale di Milano, alla prima edizione del Forum Siccità.

“Se non ci saranno precipitazioni nei prossimi mesi di aprile e maggio ci attendiamo una gestione emergenziale simile a quella del 2022 – ha spiegato – per fronteggiare la crisi è necessaria la collaborazione di tutti i soggetti produttivi che utilizzano la risorsa idrica”.
Nei tavoli organizzati a gennaio con gli enti regolatori dei laghi, i gestori idroelettrici, Terna, le associazioni di categoria del mondo irriguo ed agricolo, Upl, Anci e gli enti parco, “Regione Lombardia ha avviato le interlocuzioni con i gestori dei laghi regolati per trattenere più risorsa possibile nei grandi laghi” e chiesto agli operatori idroelettrici “di attivarsi a trattenere più risorsa possibile negli invasi montani, raccogliendo già la disponibilità di Terna, gestore nazionale del sistema elettrico”.
Secondo l’assessore, se quello che è accaduto con la siccità negli ultimi due anni “dovesse diventare la nuova normalità”, questo dovrà comportare “inevitabilmente un adattamento del sistema produttivo irriguo-agricolo lombardo”.
Ad ogni modo “è importante che vi sia una chiarezza di ruoli e competenze tra Stato e Regioni – ha concluso Sertori – e che si superi la continua oscillazione tra centralizzazione e regionalizzazione in determinati settori”.

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