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Già tredici mesi prima del 23 maggio 2021, il giorno in cui la cabina numero 3 della funivia del Mottarone è precipitata causando la morte di 14 persone, sarebbe stato possibile osservare i segni del danneggiamento della fune traente. A spiegarlo, nel corso della settima udienza dell’incidente probatorio disposto per far luce sull’incidente, è stato Andrea Gruttadauria, docente di Metallurgia e materiali non metallici e Tecnologie metallurgiche al Politecnico di Milano, intervenuto in aula come consulente.

“Almeno un anno prima del cedimento si poteva vedere che stava succedendo qualcosa”, ha sostenuto Gruttadauria, che per giungere alle sue conclusioni si è basato sull’analisi della propagazione della cosiddetta cricca, la crepa che prelude alla rottura, osservando cioè il modo in cui si è sviluppata la frattura della fune.
Intanto emergono le prime stime di quelli che potrebbero essere i risarcimenti destinati alle parti civili: potrebbe aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro, una cifra da suddividere tra i famigliari delle 14 vittime. Di questi, 10 milioni potrebbero venire messi a disposizione da Reale Mutua, che assicurava Funivie del Mottarone. L’incidente probatorio proseguirà domani con l’ottava, e con ogni probabilità ultima, udienza.

ANSA 


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