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Milano deve decidere se aumentare il biglietto dei trasporti pubblici o ridurre il numero delle corse. Il ticket dovrebbe aumentare da 2 a 2,20 euro ma per il momento non è ancora stata stabilita una data, alcune voci parlano di febbraio (dopo le elezioni regionali) ma non è escluso che possa arrivare anche entro fine dicembre.

“Non si tratta solo di non avere denaro ma anche di dover ristorare gli operatori della mobilità per il mancato adeguamento Istat – ha spiegato l’assessore alla mobilità, Arianna Censi, a margine della conferenza stampa di presentazione del nuovo car sharing elettrico Enjoy -. È una scelta. Abbiamo fatto ieri una riunione di giunta per discutere di questo e non abbiamo ancora fatto una delibera. Non è una scelta del Comune di Milano, attiene agli adeguamenti Istat che sono stati deliberati da Regione Lombardia la scorsa estate – ha sottolineato poi Censi – . Ricordo che Regione ha già aumentato il prezzo del biglietto dal primo di settembre e l’Agenzia di Bacino di Milano dal primo di novembre. Noi oggi stiamo ristorando gli operatori del mancato aumento del biglietto del tpl da parte del comune di Milano”. Una mossa che ogni mese grava tra i 400mila e i 450mila euro, hanno espresso dal municipio.

Per evitare l’aumento delle tariffe palazzo Marino ha richiesto un aiuto alla Regione e inoltre ha domandato al ministero di adeguare il sistema di valutazione per l’assegnazione dei fondi “che vengano dati dei fondi in ragione alla qualità del servizio – ha ribadito Censi -. Dall’ultima valutazione del 2011 noi abbiamo fatto due metro e i soldi sono sempre quelli”.

In seguito è arrivata anche la replica della Regione. “Le dichiarazioni dell’assessore alla mobilità Censi non sono altro che falsità per coprire la malagestione del comune di Milano in materia di trasporti”, ha tuonato in una nota la consigliere regionale della Lega Silvia Scurati.

“Il comune di Milano e la giunta Sala, non sono nuovi a queste accuse infondate. Già nel 2017 Beppe Sala aveva aumentato il biglietto in virtù della tariffazione integrata. Inoltre, l’agenzia del tpl, suddivisa tra comune capoluogo, regione e provincia, con la legge Del Rio è diventata a totale appannaggio di Sala, che ha ereditato l’importante fetta della provincia metropolitana, avendo già da solo il 40% dello stesso tpl, la regione il 10%”.

 


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