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I medici non lo hanno ancora svegliato. Dopo l’intervento d’urgenza di ieri, è ancora in coma farmacologico. Sono ancora critiche, le condizioni di Giorgio Falcetto, il dottore di 76 anni aggredito alle 10 di martedì mattina fuori dal pronto soccorso dell’ospedale di San Donato, da dove stava andando via dopo aver finito il suo turno di notte.

Il dottore – proctologo e chirurgo d’urgenza da oltre 30 anni – sarebbe stato colpito con due accettate alla testa da un 62enne di Rozzano, poi fermato dai carabinieri – dopo un paio di ore di caccia all’uomo – proprio nel paese del Milanese.

Portato al San Raffaele, Falcetto – originario di Biella e in servizio al Policlinico di San Donato – è stato immediatamente accompagnato in sala operatoria per un intervento neurochirurgico necessario per cercare di ridurre le ferite causate dai due fendenti al capo. Da quel momento è in coma farmacologico e mercoledì pomeriggio il quadro clinico veniva definito ancora molto delicato, addirittura in peggioramento.

Il suo aggressore si trova invece in carcere. Sulla sua identità i militari mantengono il massimo riserbo: si sa soltanto che ha 62 anni, che fino all’anno scorso lavorava come operaio, che ha un figlio e che è separato dal 2020. Nel suo passato ci sono due precedenti “molto vecchi” – secondo chi indaga – per truffa e porto d’arma. Nel corso del primo interrogatorio avrebbe confessato, portando i carabinieri ad emettere un fermo di iniziativa con l’accusa di tentato omicidio.

L’uomo ha raccontato di essere andato in ospedale perché non si sentiva bene – anche se non risulta nessun suo accesso al pronto soccorso – e di aver discusso con Falcetto all’esterno del pronto soccorso perché lo aveva riconosciuto come il medico che qualche mese fa lo aveva curato proprio lì in ospedale. Anche se neanche di questo presunto contatto tra vittima e aggressore ci sono documenti ufficiali, motivo per cui la sua versione è ancora al vaglio degli inquirenti. Dopo il primo litigio, il 62enne sarebbe risalito sulla sua Alfa 147 e in retromarcia avrebbe centrato la Chevrolet Aveo del dottore, che era stata lasciata momentaneamente in divieto di sosta, su una striscia gialla, poco prima dell’ingresso riservato alle ambulanze.

A quel punto – e qui la ricostruzione del fermato coincide con quella di alcuni testimoni ascoltati dai militari – i due avrebbero discusso e il 62enne avrebbe estratto l’accetta dalla sua macchina colpendo il medico. L’arma, nonostante l’uomo avesse detto di averla gettata in un tombino, è stata trovata nella cantina di casa sua a Rozzano, in via Curiel. Nello stesso paese in cui si era “rifugiato” il 62enne, che ha detto di essere andato lì a fare una passeggiata dopo il brutale assalto.


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