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Sale a 171 il numero di pietre d’inciampo posate a Milano. Ieri infatti ne sono state installate altre 13 a ricordare, davanti alla loro abitazione, le vittime delle persecuzioni fasciste e naziste.”Nomi e storie di famiglie, cittadini e cittadine strappati alla vita dall’odio fascista e nazista, che – ha ricordato la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi – ritornano idealmente a casa. È un dovere esserci, ancora di più oggi, nel giorno dedicato ai Giusti dell’umanità”.
Ambrogio Campi, la cui pietra è in via Atene davanti al civico 3, era un partigiano, nome di battaglia Ambro, ucciso a 42 anni a Ebensee, sottocampo di Mauthausen. Rebecca (Becky) Bloom, e la figlia Enrichetta erano arrivate in via Vallisneri 2 da Istanbul. In Italia non trovarono rifugio, furono infatti arrestate e portate ad Auschwitz dove morirono. Ad Auschwitz fu ucciso a 22 anni anche Aldo Levi, che viveva in via Cambiasi 3.
Abitavano invece all’hotel Diana in viale Piave Nissim Hazan con la moglie Carolina Americano e le due figlie Ginette e Colette.
Erano arrivati dalla Bulgaria e speravano di raggiungere la Svizzera, ma furono invece arrestati e uccisi nei campi di concentramento.
Antonio Piazzolla, commerciante di biancheria per la casa che viveva in via Vittorio Veneto 4 fu arrestato per motivi politici e ucciso a 37 anni a Muehldorf. Mario Madé invece viveva in via Abbadesse 25, ma lavorava alla Breda e fu arrestato per aver partecipato agli scioperi del 1944. Morì a 25 anni a Gusen.
Fu uno dei partigiani organizzatori degli scioperi Lodovico Petit Bon, che dopo il congresso di Livorno del 1921 fu incaricato di organizzare la federazione provinciale del Pci di Reggio Emilia. A Milano viveva in via Monte Rotondo 9. Morì a Mauthausen a 44 anni. Stesso indirizzo per Ateo Castellani, anche lui partigiano, anche lui arrestato dopo gli scioperi che a 30 anni morì a Flossenburg. Destino simile a quello di un altro partigiano, Luigi Duci, che viveva in via Ornato 55, partigiano partecipò agli scioperi della Breda e morì a Gusen.
Sono in tutto 26 le pietre posizionate quest’anno. La prima pietra fu posata nel 2017 in corso Magenta 55, a ricordare Alberto Segre, il padre della senatrice a vita Liliana, ucciso ad Auschwitz il 27 aprile 1944.

ansa


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