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La Corte d’Appello di Milano, dopo aver deciso il 25 novembre i domiciliari per Artem Uss (eseguiti il 2 dicembre quando venne reperito il braccialetto elettronico), non poteva aggravare d’ufficio la misura cautelare se non nel caso di violazioni dei domiciliari, ma la Procura generale poteva fare ricorso chiedendo il carcere e anche il ministero della Giustizia, in base alle norme, poteva chiedere in qualsiasi momento l’aggravamento della misura, ossia la carcerazione. E’ un passaggio, da quanto si è appreso, dei chiarimenti forniti in una relazione dalla Corte d’Appello di Milano al ministero sul caso della fuga del 40enne russo.

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